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Stage Co Vo Dao Rovereto

 


Stage Co Vo Dao Rovereto

IMG 0561 ridAncora una volta, il Maestro Pham Xuan Tong, è venuto in Italia per lo stage internazionale di Co Vo Dao. A Rovereto, l’11 - 12 gennaio, abbiamo, ancora una volta, potuto sperimentare l’importanza di avere il Maestro Fondatore a nostra disposizione, con tutta la sua esperienza, le sue conoscenze e la sua simpatia. Da tutta l’Italia del Qwan Ki do, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Germania e dalla Romania, i praticanti non hanno voluto mancare all’importante appuntamento che verrà bissato a marzo in Lombardia.


Se una volta il bong (bastone lungo) la faceva da padrone, ora i praticanti sono più distribuiti nello studio della armi di base e da taglio, questo richiede un notevole sforzo al Thày Chuong Mon, al Maestro Roberto Vismara e all’équipe del Phuong Long Italia, che coadiuvano l’organizzazione dello stage e l’insegnamento delle varie armi.


Essere utili per tutti, quando si hanno grandi numeri e gruppi disomogenei per livello ed esperienza, è impegnativo non tanto dal punto di vista fisico,IMG 0639 rid quanto da quello mentale e mnemonico.


In ogni caso il Phuong Long ha saputo essere all’altezza della sfida e di un’organizzazione che sta crescendo e diversificando le sue esigenze. Due o più istruttori per arma o livello, il Maestro Tong e il Su Truong Roberto Vismara che passavano continuamente fra un gruppo e l’altro, hanno garantito a ogni praticante di portare a casa preziosi elementi per il suo percorso nel Co Vo Dao.


Turni concentrati in una giornata per permettere, a chi ne avesse l’esigenza, di sfruttare lo stage senza obbligatoriamente dormire fuori.


Certo che le cose da imparare sono tante e il lavoro, non può esaurirsi allo stage. Proprio su questo punto il Maestro Pham Xuan Tong ha voluto soffermarsi, ricordandoci che, tutto ciò che abbiamo visto a Rovereto, non deve “stare chiuso nell’armadio” ma deve essere allenato costantemente durante l’anno.


IMG 0405 ridA volte mi capita di vedere allievi preoccupati per un movimento nel quyen o nella progressione, ma incapaci di parare un colpo o di tenere correttamente in mano l’arma!


Le forme sono importanti, ma sono il mezzo per padroneggiare l’arma, dopo un ottimo e costante lavoro di base. Non diamo per scontato che, a ogni stage, si impari qualcosa di nuovo. Spesso il Maestro Tong passa fra i gruppi e decide di non insegnare, oppure di ritornare a un lavoro di base scomponendo la forma in piccoli pezzi, o mettendoci a coppie a colpire e parare, parare e colpire. Come mai?


Certo la risposta è scontata: perché il livello reale del gruppo non è coerente con il numero di stage fatti. Forse molti di quei praticanti hanno impugnato l’arma tre o quattro volte in un anno.


Il Co Vo Dao è pazienza, costanza e dedizione. Sì proprio dedizione. L’arma deve piacere, dobbiamo sentire che quella è la nostra arma, un indicatore molto importante è il fatto di non annoiarci se dobbiamo ripetere i movimenti dieci, venti, cinquanta o cento volte.

Per chi ha la fortuna di avere un corso d’armi nel proprio club e per chiStage Rovereto 2014 WEB questa fortuna non ce l’ha. Si può trovare uno spazio in casa (attenzione ai mobili please!) oppure fuori casa.


Trovarsi con amici o chiedere al proprio istruttore di andare a un club vicino che ha il corso d’armi. Organizzare allenamenti di più club o di regione. Di soluzioni ce ne sono molte che possono anche essere un momento d’importante condivisione fra praticanti e insegnanti.


È bene ricordarsi che dopo lo stage il lavoro non finisce, ma comincia!
Due giorni intensi conclusi domenica a mezzogiorno sotto uno splendido Sole e le spettacolari montagne del Trentino. Approfitto per ringraziare il club di Rovereto e il Responsabile Tecnico Regionale Roberto Cainelli che da anni si occupa di organizzare lo stage per il nord est Italia.


Ci rivedremo a marzo a Milano, nel frattempo buon costante lavoro a tutti.

                                                                                                                                                Umberto Maggesi